Hatighisa è un villaggio di uno dei tanti tea garden disseminati nel distretto di Darjeelling. A livello paesaggistico sembra un giardino dell’Eden, ma visto con gli occhi di chi ci vive e lavora appare come il luogo da cui se ne è andata la speranza.
La popolazione di Hatighisa è molto povera. I redditi familiari sono molto modesti, sia per i salari molto bassi, sia perché in ogni famiglia vi è solitamente solo un componente che lavora. Una paga giornaliera di 165 rupie (2 euro circa) rappresenta l’unico reddito che deve sfamare tutta la famiglia, prendersi cura dell’educazione dei bambini, della salute e di ogni altra esigenza.
La speranza di vita ad Hatighisa è molto bassa, si muore in giovane età, ed è quindi molto facile che qualora venga a mancare la sola persona che provvede al reddito familiare, il resto della famiglia si ritrova in condizioni di indigenza e miseria senza prospettive.
Per sostenere il villaggio di Hatighisa, in collaborazione con i padri gesuiti locali, SoS India ha provveduto a ristrutturare la scuola primaria St. Vincent School che ospita ottocento alunni.
Ora però mancano i banchi e le sedie e SoS India si è data l’obiettivo di provvedere al loro acquisto per dare finalmente dignità ai piccoli alunni e fare in modo che possano partecipare alle lezioni in modo appropriato e confortevole.
Padre Lawrence, il direttore della scuola St. Vincent, ci ha scritto:
Se dico che la povertà è un problema non sarebbe corretto, perché la povertà non è un problema, ma una conseguenza. Per me il grave problema delle piantagioni di tè è l’analfabetismo. Quando le persone saranno istruite comprenderanno l’importanza dell’istruzione per i loro figli; solo allora potremo dire che il cambiamento è iniziato e che la speranza abita questi luoghi. L’impresa non è opera di un giorno, ma di una vita intera. Molte congregazioni religiose sono già coinvolte e impegnate nel favorire la promozione del popolo indigeno, e cercano di promuovere la dignità e il rispetto per queste persone.
Chi ne ha beneficiato
- 800 ragazzi
Chi ha finanziato il progetto
- Donazioni private e Caritas di Roma